Polacco/casi

Da Parracomumangi.

In questo sito ho voluto condividere con altri alcune delle mie conoscenze. Il polacco però non è la mia lingua madre, se qualcuno volesse farmi notare qualcosa di errato, o anche comunicarmi qualcos'altro, può mettersi in contatto con me dalla pagina iniziale di questo sito.

È ancora disponibile il vecchio pdf dal quale deriva questa pagina. Ma per la maggiore difficoltà nel mantenere un documento di quel tipo rispetto ad una pagina wiki, potrebbe non essere aggiornato: scarica i casi del polacco in pdf.

Aiuta sempre quando impariamo una lingua diversa dalla nostra, se ci si impegna a percepire come un errore quando non si applica una qualsiasi regola (che può essere anche la necessità di cambiare caso, che noi italiani non percepiamo). Questo sforzo iniziale farà sì che sentiremo il bisogno di usare la regola in seguito, e non dovremo pensarla, perché la applicheremo automaticamente, poiché sarà già nel nostro cervello.


Premessa

Il polacco conserva 7 tra i casi indoeuropei. Essi sono: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, locativo, strumentale; manca l'ablativo. L'aggettivo si presenta sempre nello stesso caso del sostantivo a cui è riferito. Dal momento che 7 casi non bastano per distinguere i numerosi complementi di una lingua (complemento oggetto, moto a luogo, stato in luogo, specificazione…), il valore sintattico dei casi viene moltiplicato dalle preposizioni, che, insieme al caso, precisano il complemento. Per tradurre correttamente in italiano una preposizione polacca, bisogna spesso conoscere il caso della parola che la segue.

I nomi, pronomi e gli aggettivi possono essere di 3 generi: femminile, maschile e neutro.

Una parola al plurale che indica un gruppo misto di elementi di genere sia maschile che femminile, prende le desinenze del maschile, in modo simile all'italiano: Anna, Vanessa, Luigi e Andrea sono amici (e non amiche).

Il neutro singolare, dei termini di origine latina, che finiscono in –um (centrum, muzeum…) sarà invariato al singolare per tutti i casi, per cui tale desinenza, da ricordare, non sarà ripetuta per comodità.

I nomi che al maschile singolare finiscono per –a, comuni spesso anche con l'italiano (kolega, poeta, dentysta…) prendono al singolare le desinenze dei casi femminili. Al plurale si comportano invece come maschili. Si faccia attenzione, perché tali parole in italiano sono invariate, sia al maschile che al femminile; in polacco al femminile prendono la terminazione -ka, con eventuali adattamenti (alternanze consonantiche). Esempio: (m.) kolega -> (f.) koleżanka ; da notare che kolega significa amico (non intimo).

Nelle desinenze dei casi del polacco in cui si deve scegliere tra –y e -i, si tenga presente che sono solo le lettere g e k a richiedere la -i. Non si scrive mai gy e ky, ma ki e gi. Questo non sarà ripetuto nelle tabelle.


Glossario

Termini da conoscere prima di consultare le tabelle dei casi

Animato
parola riferita ad animali o persone.
Digramma
una di quelle coppie di lettere che vengono lette come una sola (cz, dz, dź…).
Impersonale
parola che non indica una persona.
Inanimato
parola riferita a qualcosa non è animato.
Personale
parola che indica un essere umano.
Tema
Per tema intendiamo (nel contesto che ci interessa!) l’ultima consonante o digramma del nominativo di una parola.
Tema duro
chiamiamo tema duro un tema formato dalle consonanti o digrammi senza “barretta” sopra, che non sia seguito da una “i”.
Tema indurito
è formato da alcuni temi che in passato si comportavano come molli, ma che col tempo sono divenuti duri. Essi si comportano diversamente dai temi duri solo nei casi in cui ciò è espressamente specificato. Sono temi induriti quelli formati da: c, dz, sz, ż, rz, cz, dż.
Tema molle
formato da quelle consonanti o digrammi con la “barretta” sopra: ć, ś, ź, dź, ń ed anche j; inoltre tutti i temi seguiti da una “i” sono molli (temporaneamente molli) e si comportano come tali. L si comporta come molle nel locativo, e nei casi con le stesse terminazioni di questo.
Variazione consonantica
sostituzione di consonante o digramma presente nel nominativo con una diversa, per adattare la parola ad un altro caso.
Variazione vocalica
sostituzione di una vocale presente nel nominativo con un'altra, per adattare la parola ad un altro caso.

Di seguito sono elencate le desinenze per tutti i casi e delle note su di essi, con attenzione alle differenze tra l'italiano ed il polacco. Nelle "regole pazze", ci sono quelle regole che ad un italiano possono sembrare strane. Si consiglia all'inizio di impararle senza chiedersi il perché della loro esistenza (per questo l'aggettivo "pazze").


Nominativo – Mianownik

Le desinenze per il nominativo sono riassunte in queste tabelle:

NOMINATIVO: desinenze dei nomi (sostantivi)
Singolare
Plurale
Maschile consonante Maschile Tema duro: -y, -i (dopo -g e -k)
Tema molle: -e
Femminile -a Femminile
Neutro -o, -e, -ę Neutro -a


NOMINATIVO: desinenze degli aggettivi
Singolare
Plurale
Maschile Tema duro: -y, -i (dopo -g e -k) Maschile personale
-i
Maschile impersonale
-e
Femminile -a Femminile
Neutro -e (per -um vedi note introduttive ai casi) Neutro


Note sul nominativo

Questo è il caso tipico del soggetto della frase, cioè chi compie l'azione espressa dal verbo.

La domanda a cui risponde il nominativo sono:

- "Chi/cosa ha compiuto l'azione?" (Soggetto)


Ricordare che:

Il femminile singolare dei nomi può avere anche altre desinenze, come -c (ad esempio noc = notte, è femminile). Si consiglia di guardare l'aggetivo (buona notte = dobranoc, non dobrynoc).

Pani (signora) è femminile, la sua declinazione è irregolare ma semplice da ricordare, infatti al singolare è sempre pani in tutti i casi, eccetto che all'accusativo e strumentale, dove diventa panią.

Il maschile singolare dei nomi può terminare anche in -a, in casi ben riconoscibili e molto simili al corrispettivo italiano, come in kolega, artysta, dentysta…

Polacco di "sopravvivenza": Si ricorda che dopo una voce del verbo essere (być), si usa il nominativo se si vuole dire il nome di qualcosa. Questo avviene sempre dopo il dimostrativo to:

To (jest) + Nominativo.

Accusativo – Biernik

Le desinenze dell'accusativo sono riassunte in questa tabella:

ACCUSATIVO: desinenze dei nomi (sostantivi)
Singolare
Plurale
Femminile Maschile personale ( = genitivo)
In genere: -ów
Cons. molle o indurita: -i/-y
Maschile animato -a ( = genitivo ) Femminile Tema duro: -y, -i (dopo -g e -k)
Tema molle: -e ( = nominativo)
Maschile inanimato Consonante ( = nominativo) Maschile impersonale
Neutro -o, -e, -ę ( = nominativo) Neutro a ( = nominativo)


ACCUSATIVO: desinenze degli aggettivi
Singolare
Plurale
Maschile animato -ego ( = genitivo ) Maschile personale -ych / -ich
Maschile inanimato -y / -i (= nominativo) Maschile impersonale -e
Neutro -e ( = nominativo) Neutro
Femminile Femminile


Note sull'accusativo

Questo è il caso tipico del complemento oggetto della frase, cioè chi subisce l'azione espressa dal verbo, e compiuta dal soggetto (complemento oggetto).

Risponde principalmente alla domanda:

- Chi/cosa ha subito l'azione? (se il verbo è affermativo)


Regole pazze (accusativo)

- Solo affermazione. L'accusativo viene usato solo se la voce verbale non è negata. Se il verbo che precede il complemento oggetto è negato il caso del complemento oggetto sarà al genitivo.

- Solo numeri 2, 3, 4. Il plurale del complemento oggetto, se quantificato esplicitamente da un numerale, rimane all'accusativo solo se tale numero finisce per -2, -3 oppure -4. Gli altri numeri richiedono il genitivo plurale. Fanno eccezione 12, 13, 14, che richiedono il genitivo plurale.


Polacco di "sopravvivenza"

Si ricordi che "proszę" è seguito sempre dall'accusativo ad esempio per acquistare qualcosa, o attirare l'attenzione di qualcuno ("Proszę pana/pani…"); si ricordi che sostantivo pani (signora) è irregolare, ed ha l'accusativo = nominativo.



Genitivo – Dopełniacz

Tabella delle desinenze di nomi ed aggettivi al genitivo:


GENITIVO: desinenze dei nomi (sostantivi)
Singolare
Plurale
Femminile -i / -y Femminile -1: sparisce la vocale finale (desinenza zero)
se ci sono 2 consonanti finali, compare in mezzo la "e mobile"
es: książka / książek
Neutro -a Neutro
Maschile animato Maschile In genere: -ów
Cons. molle o indurita: -i/-y
Maschile inanimato -a, -u


GENITIVO: desinenze degli aggettivi
Singolare
Plurale
Femminile -ej, -iej (dopo -k, -g) Femminile -ych / -ich
Maschile -ego Maschile
Neutro Neutro


Note sul genitivo

La funzione propria del genitivo è di rappresentare possesso (complemento di specificazione), ma esso viene usato anche al posto dell'accusativo nelle frasi negate, e dopo alcuni numerali (vedi sotto). Inoltre si usa con i verbi che indicano movimento (complementi di moto da/a luogo).


Domande principali alle quali risponde:

- Di chi/ di che cosa? (complemento di specificazione)

- Chi/che cosa NON ha subito l'azione? (negazione)

- Verso dove si va? Da dove si arriva? (moto a luogo, moto da luogo)


Per quanto riguarda il maschile inanimato, non esiste una regola precisa che permetta di scegliere tra le desinenze -a, -u. Comunque -u è usata più raramente, specie per i monosillabi (domu, sklepu), o polisillabi di origine straniera (hotelu, uniwersytetu).


Regole pazze (genitivo)

Esso viene usato anche come complemento oggetto se:

- Negazione. Si usa il genitivo e non l'accusativo se il verbo è negato (la particella nie "vuole" il genitivo)

- Numeri -0, -1, -5, -6, -7, -8, -9. Si usa il genitivo e non l'accusativo se il complemento oggetto è quantificato da un numerale che non termina per -2, -3, -4, oppure dai numerali 12, 13, 14.


Strumentale – Narzędnik

Tabella delle desinenze di nomi ed aggettivi allo strumentale:

STRUMENTALE: desinenze dei nomi (sostantivi)
Singolare
Plurale
Femminile Femminile
-ami
Maschile -em Maschile
Neutro Neutro


STRUMENTALE: desinenze degli aggettivi
Singolare
Plurale
Femminile Femminile -ymi / -imi
Maschile -ym / -im ( = locativo) Maschile
Neutro Neutro


Note sullo strumentale

Lo strumentale è uno dei primi casi che vengono insegnati, poiché si usa quando ci si presenta, per dire cosa si è, cioè ci si classifica, (ma non quando si dice chi/come si è); ad esempio per indicare il proprio lavoro (Sono studente/studentessa = Jestem studentem/studentką).

Inoltre come complemento di mezzo (con/per mezzo di) senza bisogno di preposizione, o complemento di compagnia preceduto dalla preposizione z (in questo caso z = con/assieme a).


Domande principali alle quali risponde:

- Con/per mezzo di chi/che cosa? (complemento di mezzo)

- Con chi/che cosa? (compagnia)

- Cosa è? (classificazione)


Locativo – Miejskownik

Tabella delle desinenze di nomi ed aggettivi al locativo:

DESINENZE DEI NOMI (SOSTANTIVI) AL LOCATIVO
Singolare
Plurale
Femminile Tema duro: -e
Tema molle: -i
Tema indurito: -y
Femminile
-ach
Maschile Tema molle o indurito: -u
Tema in -g, -k, -ch: -u ( = tema molle)
Tema duro: -e
Maschile
Neutro Neutro


LOCATIVO: desinenze degli aggettivi
Singolare
Plurale
Femminile -ej Femminile -ych / -ich
Maschile -ym / -im ( = strumentale) Maschile
Neutro Neutro


Note sul locativo

I principali usi del locativo sono quelli di indicare i complementi di stato in luogo e di argomento.

Risponde alle domande:

- Dove? (Stato in luogo)

- Di che argomento si sta parlando? (complemento di argomento)


Lo strumentale come complemento di argomento viene preceduto dalla preposizione o (Móvię o universitecie = Parlo dell'università).

Se un sostantivo femminile che prende la terminazione -i al locativo è di origine straniera, allora la -i è raddoppiata (w Kalabrii = in Calabria).


Ricordare che:

A causa di variazioni consonantiche e vocaliche che possono cambiare molto la parola, il locativo non può in genere essere ottenuto semplicemente aggiungendo la desinenza. Aggiungerò tali variazioni quando avrò tempo (devo copiarle dal mio quaderno di appunti), perdonate il disagio.

Il sostantivo Włochy = Italia è plurale come per noi il nome delle Marche (Regione Marche), e quindi prende i suffissi del plurale in tutti i casi. Al locativo è irregolare, quindi diventa Włoszech (Jestem we Włoszech = Sono in Italia). Non ufficialmente, è anche compreso ed usato (specie con gli stranieri) il termine Italia (Jestem w Italii). Altri nomi di luogo al plurale sono i nomi delle città polacche che finiscono in -ice (Katowice - w Katowicach); inoltre ricordiamo tra gli altri plurali Germania (w Niemcech) e Cina (w Chinach).

Zakopane (località turistica montanta) è un aggettivo, ma per motivi storici al locativo prende l'antica terminazione -em (Zakopanem); al genitivo è regolare (Zakopanego).


Dativo – Celownik

Tabelle delle desinenze del dativo:


DATIVO: desinenze dei nomi (sostantivi)
Singolare
Plurale
Femminile ( = locativo)
Tema duro: -e
Tema molle: -i
Tema indurito: -y
Femminile
-om
Maschile -owi / -u Maschile
Neutro -u Neutro


DATIVO: desinenze degli aggettivi
Singolare
Plurale
Femminile -ej ( = locativo) Femminile -ym / -im
Maschile -emu Maschile
Neutro Neutro


Note sul dativo

Il dativo ha la funzione di complemento di termine.

Le domande principali a cui risponde sono:

- A chi? A che cosa? (complemento di termine)


I verbi italiani e polacchi non sempre reggono gli stessi complementi (casi).

Ad esempio in italiano ringraziare richiede il complemento oggetto (accusativo) e non di termine (dativo) come invece in polacco:

"Ringrazio il signore" è giusto, mentre è sbagliato "Ringrazio al signore"

Al contrario in polacco, dziękować (ringraziare) richiede il dativo:

"Dziękuję pana" (accusativo) non va bene, mentre è corretto "Dziękuję panu" (dativo).

Dare (dać) invece richiede il dativo (complemento di termine) in entrambe le lingue.


Vocativo – Wołacz

Desinenze del vocativo:

VOCATIVO: desinenze dei nomi (sostantivi)
Singolare
Plurale
Femminile Tema molle: -u
Tema duro: -o
Femminile ( = nominativo)
Maschile ( = locativo)
Tema molle: -u
Tema in -g, -k, -ch: -u ( =tema molle)
Tema duro: -e
Maschile
Neutro ( = nominativo?) Neutro


VOCATIVO: desinenze degli aggettivi
Singolare
Plurale
( = nominativo)


Note sul vocativo

Il vocativo esprime complemento di vocazione, cioè quando si pronuncia (o si scrive) il nome di qualcuno a cui ci è rivolta la frase.

Neutro. Non ha senso per il neutro dato che le cose inanimate non possono ascoltarci. Se si dovesse usare (in un racconto fantastico?) suppongo che si possa usare il nominativo.

Ha effetti solo sui sostantivi, mentre gli aggettivi rimangono al nominativo anche quando sono prima di un vocativo:

- "Droga Barbaro, …" = "Cara Barbara, …".


Situazioni formali (dialoghi o lettere formali, cartacee o elettroniche)

Il vocativo è obbligatorio come segno di rispetto.

Situazioni informali

Il vocativo può essere sempre sostituito dal vocativo con funzione di vocazione se ci si trova in situazioni informali, la scelta dipende anche dai nomi (sono più usati al vocativo quelli che suonano bene in questo caso). Ci sono persone che usano il vocativo sistematicamente, ma sono poche.

Ho talvolta notato che, se la persona chiamata non risponde, si usa sempre il vocativo come rafforzativo alle successive chiamate:

- Mama!...

- ... (non risponde)

- Mamo, gdzie jesteś? (Mamma, dove sei?)